Carl Rogers e il Potere personale7 minuti

Potere personale è il titolo di un libro, a mio parere indicato per tutti, scritto nel 1977 dal noto psicoterapeuta americano Carl Rogers, universalmente ritenuto il fondatore della cosiddetta psicologia umanistica.

Interessante il sottotitolo: La forza interiore e il suo effetto rivoluzionario

Non a caso il termine empowerment, ovvero “attivare il potere di ogni persona” (e così renderla più autonoma ed efficace nella propria vita quotidiana) è alla base di molte delle professioni di aiuto sempre più in voga negli ultimi anni, come quella di coach, “motivatore personale” o “personal trainer”, fino allo stesso counselor e soprattutto a quell’idea di counseling che proprio con Carl Rogers ha avuto un’autentica rivoluzione, in particolare negli USA.

L’approccio centrato sulla persona nell’idea di Carl Rogers

A differenza di “La terapia centrata sul cliente”, sua principale opera – anche molto autobiografica – in cui Carl Rogers espone i sorprendenti risultati ottenuti rinunciando man mano a gran parte degli “attrezzi del mestiere” tipici dello psicoterapeuta, per concentrarsi più sull’ascolto empatico, accogliente e non giudicante della persona, in Potere personale Rogers volge l’attenzione ai potenziali effetti “su larga scala” ottenibili mettendo (ma realmente!) al centro la persona con la sua emozionante unicità.

Una rivoluzione per la società, nella scuola e anche nella politica?

Curiosa la mia impressione durante le prime pagine: vuoi vedere che in Potere personale Carl Rogers ora si mette a parlare dei massimi sistemi e di come questo suo approccio “centrato sulla persona” possa addirittura avere delle implicazioni nella società, nella scuola, nella politica, eccetera? Un po’ come dire: eccone un altro che pensa di aver cambiato la storia e in questo libro non farà che raccontarmi le sue “imprese”.

Questa, invece, la mia opinione su Potere personale… aggiornata a 255 pagine dopo

Potere personale è stato per me il classico libro giusto al momento giusto e sono stati davvero numerosi i momenti in cui mi ha profondamente emozionato, colpito, divertito e perfino mi ha fatto sentire compreso (sì, proprio come accade a tanti altri di cui si racconta…) da Carl Rogers, senza neanche averlo conosciuto di persona!

Potere personale Carl Rogers

E la risposta a tutto questo non sta certo in una magica palla di vetro di cui si è potuto servire per scriverlo, bensì nella sua scelta di farsi semplicemente da parte, per lasciare letteralmente la parola alle tante autentiche “testimonianze di vita” di persone che ha direttamente o indirettamente incontrato. Non a caso è da molti definito “il rivoluzionario silenzioso”, proprio come quando in massa andavano ad ascoltarlo nei suoi workshop e seminari, ma lui sorprendeva tutti mettendosi in un angolino e lasciando la scena a ciascuna Persona presente.

Empowerment nei percorsi educativi e formativi, compreso l’insegnamento musicale

Potrei parlare, ad esempio, di come mi sono sentito coinvolto emotivamente da tutte le pagine relative all’approccio centrato sulla persona nell’istruzione, essendo ormai oltre 20 anni che nella mia vita ho a che fare soprattutto con l’insegnamento musicale. Mi limiterò, rispetto a questo, a riportare il cambiamento che ho avuto nell’approccio, sia per quanto riguarda lo studio a livello mio personale della musica, sia nel modo di porla ai miei allievi, spostando il focus dal “cosa ho bisogno di imparare o insegnare” al “cosa sento che mi interessa ottenere da ciò”.

“Io non apprendo che ciò che ha per me un significato.”
(Carl Rogers)

In modo del tutto naturale, subito dopo la lettura di questo testo, mi sono ritrovato a vivere e ricevere sorprendenti feedback di gratitudine dai miei piccoli e grandi “clienti” in ambito di apprendimento musicale.

Carl Rogers e il potere personale nella famiglia

Ma la sorpresa maggiore, insieme a un vero e proprio senso di “cambiamento interiore” (!!) è arrivata dai capitoli dedicati alla famiglia, alla coppia e alla “rivoluzione nel matrimonio”. L’esperienza di lettura è stata un po’ come trovarmi realmente in mezzo a gruppi di condivisione su queste tematiche, in cui fosse crollata qualunque barriera o resistenza nel condividere le proprie vicende e i propri autentici vissuti interiori ed esteriori.

Quello che è successo, pur non avendo ovviamente la possibilità di condividere a mia volta la mia esperienza con queste stesse persone, è stato di poter “essere aiutato” da questi loro racconti a fare maggiore chiarezza e poter leggere in modo più vivo e profondo alcune emozioni provate nel tempo, sentendole più mie e quindi accettandole per quello che sono, senza giudicarle o giudicarmi “a priori” per questo.

“Prometto di esserti trasparente sempre”

In particolare, non certo con la finalità di poter “alleggerire” o in qualche modo giustificare eventuali infedeltà o veri e propri tradimenti di ciascuno nei confronti del partner, mi sono ritrovato a riflettere su un possibile cambio nella mia visione personale tra il “dogma nuziale” del “prometto di esserti fedele sempre” (quindi in qualche modo di sottostare a una legge imposta dall’alto che semplicemente pretende di essere rispettata) e la bellezza, nonché lo spirito decisamente più costruttivo e meno colpevolizzante di un “prometto di esserti sincero/autentico/trasparente sempre”.

È stata un’occasione preziosa per sperimentare, addirittura senza neanche mai aver fatto una seduta in presenza di una guida illuminata come potrebbe essere lo stesso Carl Rogers, quel senso di libertà e vitalità che può nascere dal semplice accettare il vissuto emotivo interiore che attimo per attimo ci abita, sia quando è connotato da sentimenti positivi, sia quando possono prevalere sensazioni di rabbia, frustrazione, delusione, non accettazione di sé.

Il “Modo di essere” di Carl Rogers

“È possibile che io voglia realmente prendermi cura di me, e fare di ciò uno degli scopi principali della mia vita? […] Sarebbe un po’ come se io amassi me stesso. Capisce? …è strano, ma è così.”

A parlare non è un paziente “folgorato sulla via di Damasco” da Carl Rogers, bensì un ragazzo durante un colloquio nella parte finale di un percorso di aiuto con un (altro) terapeuta, portato a modello di capacità di comprensione empatica.

Mi ha colpito come il semplice “prendere atto” di quella che in fondo è una riformulazione con altre parole del più celebre precetto cristiano “Ama te stesso (come il prossimo tuo)” emerga qui come il risultato di un percorso di ascolto interiore, scoperta e accettazione di sé.

La forza di essere migliori

Apparentemente un fatto banale. Ma non lo è, come dimostra con tutt’altri argomenti anche il teologo Vito Mancuso nell’altrettanto (per me) fondamentale libro “La forza di essere migliori”, che le generose coincidenze della vita mi hanno portato a leggere in contemporanea a questi testi di Carl Rogers: il nostro primo compito è volerci bene e impegnarci a stare bene (con noi stessi e con il nostro organismo).

Perché consiglio di leggere Carl Rogers

Credo stia proprio nel “sentire” e nella semplicità “autentica”, al di là di chissà quali mirabolanti conoscenze scientifiche, la chiave di volta che – se vi appassionerete a questo autore – potrete approfondire anche nel suo libro Un Modo di Essere che pian piano conquista, emoziona e disarma, un’opera dell’età matura di Rogers, dato alle stampe nel 1980.

Un modo di essere libro di Carl Rogers

Anche in questo caso, invece che pontificare dall’alto della sua esperienza e dei consolidati successi professionali, lui sorprende nel “lasciare la parola agli altri” e lo fa con una sorprendente e sempre genuina predilezione per le persone più giovani (quanto l’anziana Italia di oggi… avrebbe da apprendere da questo esempio).

Un Modo di essere in cui non è quasi mai lui a dirci “come stanno veramente le cose”, bensì ognuno viene empaticamente chiamato in causa dai sentimenti più vivi che suscita ogni singola esperienza di vita (di altri) da lui portata a esempio.

La forza che nasce dal prendere coscienza dei propri limiti

Persino il riconoscere in se stessi dei sentimenti negativi può portare a fare i conti con i propri limiti e le proprie resistenze, scoprendosi – come accade a lui stesso – a un certo punto lontani persino da chi si ama… proprio nel momento in cui “le circostanze” ne esigerebbero l’assoluta presenza.

“Esiste un curioso paradosso: quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare.” (Carl Rogers)

Mi fa piacere poter dire che questa prolungata “frequentazione rogersiana” sulla base di diverse letture sia risultata d’indubbio aiuto anche nel vivere in modo più profondo e pieno, da un po’ di tempo a questa parte, il rapporto con mia moglie e mio figlio.

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